Un bel serpente nero attorno a quattro croci e il gioco è fatto. L’esposizione mediatica di cui godono i polacchi da diversi anni a questa parte, il culmine è arrivato probabilmente con l’uscita di ‘The Satanist’, è tale che ormai possono permettersi di vivere di rendita. Andare controcorrente per loro significa mettere da parte tanti soldi ma soprattutto girare il mondo con uno spettacolo all’avanguardia. Al di là del contenuto, più o meno buono, dei loro album infatti i Behemoth hanno dimostrato di sapere intrattenere il proprio pubblico come pochi altri e ‘Opvs Contra Natvram’ è un album costruito sulla dimensione live e sulla trasportabilità del materiale in tour. Su questo ci sono pochi dubbi e quindi, sebbene le idee anche per loro comincino a scarseggiare, l’ascolto risulta per di più piacevole con alcuni apici ed un’atmosfera generale sinistra e apocalittica. Il mixaggio di Joe Barresi – che ricordiamo a servizio tra gli altri di Alice In Chains, Tool e Nine Inch Nails – è molto americano e pezzi come ‘Ov My Herculean Exile’ e ‘Once Upon A Pale Horse’ potrebbero allargare ulteriormente il consenso oltreoceano. Quando poi Nergal – abile a portare avanti successo anche il progetto parallelo Me And That Man - fa riferimento a Spartaco per idenfiticarsi in uno dei più grandi ribelli della storia è impossibile non sorridere. I vecchi fan apprezzeranno ‘Malaria Vvlgata’ e ‘Disinheritance’ mentre ‘Thy Becoming Eternal’ e ‘Versvs Christvs’ dimostrano che il gruppo, completato ancora dal bassista Orion e dal batterista Inferno, non è costituito solo da grandi musicisti ma soprattutto da grandi arrangiatori.