Grazie a Dio il goth ‘n’ roll non morirà mai e, in un modo o nell’altro, la musica dei finlandesi rimarrà per sempre nel cuore di chi li ha visti emergere tra le fredde mura del Tavastia, crescere ed imporsi a livello internazionale. L’uscita repentina dal roster di Nuclear Blast in favore di quello della nuova label di Markus Staiger viene celebrata con un mini album di quattro tracce che conferma i vampiri di Helsinki ai vertici di un sottogenere che non sembra accusare il logorio del tempo e la copertina di ‘Drive’ - una macchina da corsa rossa fiammante, un cimitero su un colle dal quale si può ammirare la decadente bellezza di Los Angeles, e un dente aguzzo, che riporta alla mente l’atmosfera sanguinolenta di ‘Back In Blood’ - descrive in maniera solenne ciò che sono adesso i 69 Eyes. A qualcuno mancheranno i retaggi hair metal di ‘Savage Garden’ e ‘Wrap Your Troubles In Dreams’ (alzi la mano chi si ricorda la cover di ‘Call Me’ di Blondie con Ville Valo come ospite), altri troveranno delle similitudini col sound vincente di ‘X’ (proprio quello con Kat Von D che intona ‘Rosary Blue’) ed altri ancora si limiteranno a declamare i ritornelli assieme al vocione cadaverico di Jyrki. L’atmosfera è così dark e sensuale che vi sentirete parte di un film e l’unica pecca è che si tratta di un mini di sole quattro tracce.