E’ possibile individuare due ere distinte per questa straordinaria entità avantgarde-black metal che ha ruotato fin dagli albori degli anni ‘90 attorno alla misteriosa figura del batterista Anders Kobro, attivo anche con Blood Red Throne, Den Saakaldte, Green Carnation e Carpatian Forest. Non ci sono dubbi che tali ere siano molto diverse tra loro e non è possibile paragonarle, sia per questioni di età sia per questioni di inevitabile mutazione dello scenario di base. ‘Pure’ e ‘Cease The Day’, con James Fogarty alla voce, hanno rappresentato un’esperienza sonora interessante ma non certo all’altezza di capolavori come ‘Heart Of Ages’, ‘Omnio’ - personalmente lo trovo uno dei punti più alti di sempre del genere – e ‘Strange In Stereo’. Una volta cambiato cantante e inserito in formazione l’ottimo Bernt Fjellestad (ex-Scornbath e Susperia), gli In The Woods… tornano nei negozi con un lavoro evocativo e strutturato in maniera perfetta, che segna un deciso ritorno alle origini ma allo stesso tempo si apre, più che altro in termini di produzione, alle innovazioni tecnologiche che di fatto hanno cambiato il modo di ascoltare black metal. Le canzoni sono state registrate a Kristiansand e mixate da Frédéric Gervais (Glorior Belli, Moonreich), con grande attenzione al suono di chitarra di Bernt Sørensen e Kåre Andre Sletteberg, più predominanti rispetto al passato. ‘Moments’ e ‘The Malevolent God’, sicura ispirazione per lo spettrale artwork di Dr. Winter (Teratogen), sono tra i passaggi più incisivi di un’opera che mi auguro spinga tanti di voi, soprattutto i più giovani, a scavare negli archivi e scoprire gemme oscure preziose.