Il duo di Nottingham ha di fatto riscritto un altro ‘Space Ribs’, rendendo ancora più acceso il contrasto tra passaggi dance e post-punk con stacchi hip hop anti-americani. Sì, perché il dito medio è costantemente puntato contro i personaggi bigotti che governano il Regno Unito, ma anche gli Stati Uniti, con i loro cliché e la spropositata necessità di apparire sono presi di mira. Tra i beat selvaggi di Andy Fearn e le liriche crude di Jason Williamson c’è spazio per le collaborazioni con Florence Shaw dei Dry Cleaning (‘Force 10 From Navarone’) e Perry Farrell e Dave Navarro dei Jane’s Addiction (‘So Trendy’). Come dire presente e passato. Perché il futuro è già scritto e fa schifo ed il bello di ‘UK Grim’ è che lo si può ascoltare con grande leggerezza, a dispetto dei contenuti pesanti, tra un disco rock e l’altro. Gli Sleaford Mods infatti non sono quegli artisti hip hop fighetti californiani che se ne vanno in giro con le più procaci bambole nere del quartiere e sventolano banconote, collane d’oro di dubbio gusto e pistole alla vista del primo reporter. Gli Sleaford Mods sono figli di un’altra cultura. Vanno più d’accordo con i Chemical Brothers e Robbie Williams che con i cantanti rap del circuito londinese e la loro proposta, a volte minimale, essenziale ed organica ed in altri frangenti maledettamente potente e commerciale, non stanca mai, nonostante siano passati sedici anni dall’omonimo esordio, edito da A52 Sounds.