Il terzo lavoro in studio del gruppo post-punk proveniente da Philadelphia segna una svolta per Relapse Records, etichetta che ha dato alle stampe tanti capolavori, contribuendo alla diffusione ed allo sviluppo della scena estrema, ma non aveva mai posseduto in catalogo niente del genere. Le improvvise accelerazioni che caratterizzano la musica dei Poison Ruïn sono rasoiate di cui aver davvero paura e non importa quali siano le influenze alla base di un sound tanto corrosivo perché ciò che conta è solo il risultato. La produzione è evoluta rispetto ai primi due dischi, ma pur sempre grezza e sudicia e pezzi come ‘Frozen Blood’ o ‘Bastard’s Dance’ finiranno per attrarre anche gli appassionati di black metal. La sensazione è che i quattro, così inquietanti da potere piacermi anche su territori più melodici, potrebbero venirsene fuori da un momento all’altro con qualche ballata sanguinolenta o una cover degli anni ‘60 o ‘70 alla Ghost. Per il momento però non è così e ‘Härvest’ prosegue micidiale nel proprio incedere, tra atmosfere plumbee, cuciture ritmiche che siamo abituati a trovare in tanti dischi della Svart Records (Hexvessel, Skepticism..) e dimostrazioni di attaccamento alla vecchia scuola. Mac Kennedy è bravissimo a ritagliarsi lo spazio giusto e rendere ancora più evocativo il progetto, alimentando il suo afflato misterioso e puntando su un pubblico molto più vario di ciò che si possa fatalmente pensare. La falce è destinata ad abbattersi su di voi. Fatevene una ragione.