In una foresta di suoni e colori sbiaditi è possibile scoprire di tutto ma soprattutto ritrovare sé stessi. Dopo una tempesta interiore o un periodo difficile, gettarsi a capofitto in una manciata di canzoni strumentali può essere molto salutare. Lo dimostrano gli australiani, che hanno esordito vent’anni fa con ‘Rails’ e di release in release hanno affinato la loro capacità di non risultare noiosi, bilanciando influenze progressive e post-rock in percentuali simili. ‘In A Forest’ – registrato da Jez Giddings e Craig Harnath agli Hothouse Studios di St Kilda - si rivela fin dai primi minuti un passo avanti rispetto al precedente ‘Painted Mantra’, edito otto anni orsono sempre da Bird’s Robe Records (che stavolta ha collaborato con Dunk! Records), sia dal punto di vista della produzione che da quello delle soluzioni ritmiche, più spigolose, varie e live-oriented. ‘Vestige’ e ‘Mountain Ash’ segnano i picchi qualitativi di una scaletta compatta e priva di cali di tensione, con le chitarre di Derek Richards e Simon Wade in costante evidenza. Per chi volesse farsi un viaggetto consiglio di andare a vederli al Dunk! Festival di Ghent, in compagnia di formazioni come Maybeshewill, God Is An Astronaut, We Lost The Sea e And So I Watch You From Afar.