È quasi irreale quanto abbiamo dovuto aspettare per ascoltare il secondo capitolo di ‘The Singularity’. Nell’intervista che Per Nilsson ha rilasciato a Suffissocore ho avuto quasi l’impressione che fosse pentito di aver messo in pausa la band considerato tutto ciò che è successo dopo. Tornare indietro non è più possibile e immagino che la sua posizione nei Meshuggah abbia reso la sua situazione economica più solida, ma in tanti sentivamo il bisogno di ascoltare ancora gli Scar Symmetry ed il loro ibrido tra melodic death e progressive metal di matrice sci-fi. Quando poi sono state rivelate prima ‘Scorched Quadrant’, una delle loro canzoni più intense di sempre, e poi ‘Chrononautilus’ chi è cresciuto con i loro dischi è andato giustamente fuori di cervello. Adesso che l’album sta per giungere nei negozi non posso che sottolinearne la compattezza e la lucidità con cui è stato costruito. L’opener si riallaccia infatti a ‘Technocalyptic Cybergeddon’, l’ultima traccia della prima fase, e anche se il materiale è vecchio di diversi anni i groove e la produzione sono moderne e pungenti come se ad aver composto ‘Xenotaph’ sia stata una band al debutto. Henrik Ohlsson è un mostro dietro le pelli ed il leader, impegnato pure con i Nocturnal rites, anche stavolta ha saputo dare un senso all’intreccio tra clean e harsh vocals. La sensazione è che la trilogia si concluderà in breve tempo nella speranza che la discografia degli svedesi possa allungarsi ulteriormente.