Oltre all’appuntamento con lo spettacolo dal vivo, che quest’anno ha visto tra i protagonisti Wolfmother, Dirty Honey, Steve Hackett e Damien Rice, la routine di Pistoia Blues prevede ormai da diversi anni una compilation chiamata a fare luce sugli artisti più interessanti passati per Obiettivo Bluesin’ ed altri che sono saliti su un palco che si erge possente nella magnifica cornice di Piazza Duomo. Tra questi spiccano sicuramente Giudi e Quani (‘The Doyes’) e Microgeen (‘House Of Cards’). Sia i primi, duo batteria e chitarra con voce femminile, che la seconda, minuta ragazza dotata di doti fuori dal comune, si sono messi in mostra durante la rassegna, riuscendo a scaldare il pubblico nonostante il breve tempo a disposizione. Di sicuro sentiremo parlare di loro in futuro. In scaletta troviamo poi gruppi affermati come EGO59 (‘Stop’) e Roommates (‘The Sheep And The Dog’) i cui ultimi lavori in studio hanno ottenuto un riscontro importante tra gli appassionati di rock italiano stufi di porgere attenzione soltanto alla release mainstream provenienti dall’estero. Una sorpresa, ma non troppo, è inoltre rappresentata da ‘Stencil’ di Talèa. Parliamo di un’artista che fin dal primo mini album, passando poi per l’esperienza a X-Factor, è riuscita ad imporsi nel panorama di casa nostra per la personalità vocale e la delicatezza con cui propone testi non banali. Da poco Vrec ha pubblicato il suo full lenght d’esordio, nel quale troviamo contributi di Antonio Aiazzi e Flavio Ferri, con un accento elettronico marcato. ‘Stencil’ è uno dei pezzi chiave di ‘Aura’ e sono certo che spingerà in molti ad ascoltarlo. Ai cultori dell’underground suggerisco poi Silvia Adelaide and Mama Bros (‘Heart Beating’), Rocktrain Slaves (‘Funky Killer’) e The Rootworkers (‘The Woman I Love’). Perché la dimensione live ha sempre una magia particolare, ma a volte raccolte del genere, soprattutto adesso che l’industria si è piegata ai servizi streaming ed ai social, possono fare davvero molto per unire chi ama la musica di qualità. Un motivo d’orgoglio sia per l’etichetta veronese che per l’Associazione Bluesin’, da tempo immemore impegnata a portare avanti un percorso di ricerca parallelo alla realizzazione del festival. Tutto passa dal cuore e dall’onestà e, fidatevi, non succede spesso.