Dotata di una bellezza stratosferica, Rachel “Bloodspell Moongoddess” Roomian non arriva dal nulla, perché in passato è stata impegnata sia con Xasthur che con Cardinal Wyrm, ma è evidente che il suo impatto sulla scena black metal moderna è destinato ad essere fragoroso. L’ascendente della sanguinaria contessa magiara sul genere è stato molto potente, basti pensare alle citazioni promiscue di Bathory, Venom o Cradle Of Filth, ma spesso la storia è stata interpretata o raccontata male e forse anche per questo è tuttora motivo di grande interesse tra gli appassionati. In questo mini autoprodotto si fa luce, naturalmente con macabri candelabri, sul vecchio black metal, quello costruito su riff ridondanti, organi maleodoranti e spiriti pronti ad incendiarsi in qualsiasi momento ed il talento dell’artista americana è veramente fuori dall’ordinario. Tutta la strumentazione è stata suonata da Rachel con l’eccezione della batteria. Per registrare quelle parti è stato chiamato Steve Peacock, attivo pure con Ulthar e Spirit Possession, ed il risultato è eccellente. ‘Glorification Of The Profane’ è un pezzo mitico ed il rituale nel bosco non è altro che il rituale che abbiamo dentro di noi. Si ripete, si ripercuote in maniera sadica ed il dolore provocato permette di valutare questa esperienza sonora molto più approfonditamente. In attesa del primo full lenght, a questo punto atteso come manna dal cielo, ‘Pray To The Devil’ e ‘Exile Into Depravity’ sono altri due pezzi che lasciano il segno. Come una lama tagliente sul palmo della mano. Quel sangue sgocciolerà via e marcherà il patto siglato con il Male.