Di recente vi ho proposto un ascolto decisamente decadente con ‘New Covenant’ dei Tassel e oggi ritorno da voi con un altro mini album impregnato nel goticume più vetusto. La mente e l’attrice dietro a Heartworms è Josephine “JoJo” Orme ed è sufficiente osservarla per qualche minuto o sentire come cambia in continuazione intonazione per rendersi conto dell sua peculiarità. L’artista inglese si muove con libertà assoluta tra goth rock e post-punk. Il fatto che sia già finita nella scuderia di Speedy Wunderground di Dan Carey (Squid, Fontaines DC, Goat Girl) dimostra che non sono il solo ad essermi accorto di lei. Tra storia militare, pellicole oscure, le poesie di Ezra Pound, Dylan Thomas e John Keats c’è spazio per quattro canzoni, una meglio dell’altra, che la vedono misurarsi tra synth, basso (suonato da Elizabeth Walsh) e batteria (a cura di Gianluca De Gisi). La sua voce ti entra dentro come una lama e il suo sguardo disincantato, tra gli occhi fuori di senno di Joe Talbot degli Idles e le continue allucinazioni di Pete Doherty dei Libertines, accompagna un ascolto paranoico, esistenziale e decadente. La catarsi di ‘Retribution Of An Awful Life’ contrasta apertamente con le denunce di ‘A Comforting Notion’ e ‘24 Hours’ e il messaggio sbilenco di Josephine arriva dritto al cuore. Non mi sorprenderei se diventasse di culto nel giro di qualche mese.