Mentre tutto il mondo attende di sapere come finirà la storia legale di Till Lindemann e cosa succederà dei più grandi esponenti di sempre di Neue Deutsche Härte, Cleopatra Records pubblica uno dei tributi più azzeccati degli ultimi anni. Personalmente sarebbero state sufficienti ‘Du Hast’ cantata da Burton C. Bell (ex-Fear Factory, Ascension Of The Watchers) - tra l’altro con Paul Ferguson (Killing Joke) come ospite - ‘Engel’ ripresa dagli svedesi Priest - autori di dischi spettacolari come ‘New Flesh’ e ‘Body Machine’ e ancora imbattuti sul palco di Serravalle Rock, la prima volta che si sono esibiti in Italia - per spingermi ad acquistare il disco. In realtà non c’è soltanto questo. I Front Line Assembly hanno reso più elettronica e fluida ‘Deutschland’, il singolo migliore da tempo immemore della band che tanto della sua popolarità deve ai Korn, Tim Skold ha offerto la sua interpretazione mansoniana di ‘Sonne’ mentre ‘Amerika’ sembra essere stata scritta apposta per dare modo ai Laibach di violarla. The 69 Eyes e Lacrimas Profundere hanno reso più gotiche rispettivamente ‘Feuer Frey!’ e ‘Keine Lust’ ed i Julien-K hanno colto l’essenza rock di ‘Radio’ per farne una base elettronica da paura e rendere il pezzo ancora più “tedesco” dell’originale. Il resto del materiale è trascurabile, pure ‘Du Hast’ ripresa da Claus Larsen in arte Leæther Strip che ormai preferisce trascorrere il tempo a rileggere pezzi di Depeche Mode ed altri artisti invece che pubblicare inediti di valore. Una scusa per scavare negli archivi dell’etichetta californiana, che ci ha regalato tante gemme in passato.