Se ancora si parla di heavy metal di questi è tempi è soprattutto grazie alla dedizione di etichette come 20 Buck Spin, che si sbattono alla ricerca di gruppi legati alla scena underground e devote ai valori di una volta. I Tomb Mold sono tra questi. Vengono dal Canada e sono al quarto full lenght. Impreziosiscono il loro death metal, caratterizzato dall’incedere percussivo selvaggio e dalle parti vocali gutturali profonde di Max Klebanoff, con un assolo melodico più bello dell’altro, non limitandosi a citare i primi anni ‘90, come fanno un po’ tutti, ma richiamando alla memoria alcune delle realtà più epiche del decennio precedente. ‘The Enduring Spirit’ si differenzia dai lavori precedenti soprattutto per la produzione pulita delle chitarre ed il nuovo bassista Kevin Sia ha dato modo a Derrick Vella (ex-Outer Heaven) e Payson Power di elevare il tasso creativo del guitar work. Il mixaggio è stato eseguito da quel fenomeno di Artur Rizk (Go Ahead And Die, Soulfly) e l’assurda copertina è opera di Jesse Jacobi. ‘The Perfect Memory (Phantasm of Aura)’ e ‘Flesh As Armour’ sono i pezzi che suggerirei a chi si volesse avvicinare al disco con curiosità, ‘Will Of Whispers’ vede il quartetto misurarsi su territori alla Cynic o Pestilence mentre gli undici minuti di ‘The Enduring Spirit Of Calamity’ esaltano il tenore tecnico dei musicisti. Quando quest’ultima sfuma nel silenzio, il desiderio di ascoltare altro materiale è forte e credo che questo sia il pregio maggiore di un album retrogrado quanto basta per infiammare i più vecchi di voi.