Alla fine di un anno abbastanza semplice da valutare, con alcuni gruppi che hanno nettamente spiccato sul resto del volgo (su tutti Sleep Token e Crosses), ho scoperto il piacere di ascoltare un paio di formazioni al femminile che hanno messo al primo posto la musica pur possedendo un’immagine ben definita e spassosa. Tra qualche giorno vi parlerò delle clamorose Cobra Spell ma adesso è il momento di celebrare le suore sexy americane, che avevano catturato la mia attenzione già con ‘Father I Have Sinned’. In attesa che il loro debutto sia disponibile anche in formato fisico, le presenti undici canzone sono pura manna dal cielo per tutti gli appassionati di hard & heavy, per chi è cresciuto con Kiss, Alice Cooper e Ratt e il meglio del power metal e del glam rock degli anni ‘80, ma soprattutto per chi ha almeno un poster dei Ghost in cameretta. Il culto della band guidata da Lilith inizia con la rasoiata ‘Forbidden Zone’ e prosegue con l’accoppiata formata ‘Feel The Zeal’ e ‘My First Peak’, che denota la ricerca di un sound radiofonico vintage. La voce è superba e le chitarre sono costantemente in primo piano nel mix, a dimostrazione che le quattro non sanno solo leccare i crocifissi o truccarsi come sul set di un filmaccio di quelli che ci piacciono tanto. Spettacolari ‘Carnal Liberation’ – con un verso come “so much obfuscation, good time for a stroll, watching people go ‘round really turns me on, spotted a man around, cuddle his scepter, rubbed the lamp with might out came the nectar” non potrebbe essere altrimenti – e ‘Made Here Mine’, il cui video non vi farà dormire sonni tranquilli. ‘Make Us Proud’ è puro doom metal mentre ‘The Dark Messiah’ chiude la scaletta con quel tocco di mistero che lascia aperta più di una porta per il futuro. Loro sono le Dogma e sono anti-Dogma. Svegliatevi. Aprite gli occhi, perché queste suore ribelli seguono un Dio, vivono senza divertimento e affermano di astenersi da incontri sessuali. Se saranno capaci di ottenere l’approvazione di Papa Emeritus e se riusciranno a sovvertire l’iconografia delle suore ancora non possiamo saperlo, ma la loro opera prima è immune da difetti.