Quando ascolto un disco del gruppo originario del Wisconsin penso sempre la stessa cosa. É come se una vecchia fattucchiera avesse preparato la pozione perfetta per fare death metal e loro l'avessero bevuta fino all'ultima goccia. Fare meglio di ‘Suffer For Nothing’ non era affatto semplice, ma David Gregor ha agito ancora una volta con il più alto disprezzo possibile per i compromessi ed in omaggio alla vecchia scuola. Niente di innovativo per carità. Al contrario, scorrendo le tracce, vi imbatterete in una serie di riferimenti precisi a formazioni come Obituary, Malevolent Creation o Morbid Angel (ascoltare la micidiale ‘Soul Piercing Sorrow’ per credere..). La grana delle chitarre è però superba, l’ex-Jungle Rot Eric House è un batterista di prima categoria e l’impatto generale è sul serio capace di confondere. Un frastuono che verrà accolto con grande favore dagli appassionati di metal estremo, ma che potrebbe conquistare adepti anche tra le fasce più giovani, stufe degli alti e bassi del metalcore (‘We Rise We Fall’). L’album è stato registrato e mixato ai Belle City Sound Studios da Chris Djuricic e prosegue anche il rapporto con Peaceville, etichetta tra gli altri di Autopsy e Bloodbath, inaugurato a partire da ‘Wounds Deeper Than Time’.