Dopo ‘Memorial’ dei Soen, forse il disco prog metal più bello uscito negli ultimi anni, e lo spettacolare ritorno dei tAKIDA, un’altra formazione svedese, per lo più senza etichetta, dimostra come in Italia si debba ancora imparare tanto in ambito alternative rock e metal. Il successore di ‘Dark Secrets’, sorprendentemente autoprodotto, è costruito su riff di chitarra pesanti come macigni, robuste linee di basso, colpi secchi di batteria ed un’interpretazione vocale di grande intensità. Quattro musicisti che non fingono di suonare o mettono avanti l’immagine prima della tecnica, come purtroppo fanno in tanti di questi tempi. Al contrario ognuno di loro ricopre un ruolo determinante nell’economia di un album orecchiabile, capace di creare dipendenza eppure mai scontato. Il feeling tra Morgan Lydemo e gli altri membri è cresciuto e di conseguenza il materiale ha guadagnato in efficacia e soprattutto originalità. SKEB stringe forte con le mani il suo microfono e lo usa per trasportare l’ascoltatore in un viaggio onirico, almeno in apparenza, senza fine. I No Name Faces però non si perdono in artefici o produzioni rileccate, ma fanno sì che ogni dettaglio lasci il segno e si fissi indelebile nella memoria dei propri fan. Oltre ai singoli ‘Wonderland’ e ‘I Am Not Your Bitch’, in scaletta si distinguono ‘Silent Goodbye’ e ‘We Are Not Alone’. In attesa di vederli dal vivo dalle nostre parti, questo terzo lavoro in studio sembra immune da tutti i difetti delle release moderne. Per chi ama la musica heavy, ruvida, e grigia, scritta col cuore e capace di fare emozionare.