Tanta roba davvero il nuovo lavoro dei romani che hanno avuto bisogno di ben cinque anni per tornare nei negozi dopo l’ottimo ‘Simulacrum’. Nel frattempo è uscito l’EP ‘LV-426’, che aveva anticipato qualcosa di questa perfetta miscela tra ritmiche aggressive, melodie di chitarra impetuose e voci gutturali profonde. La scena che ruota attorno alla capitale è ormai all’avanguardia in termini di metal estremo e quindi ha poco senso secondo me citare grandi nomi del death moderno, come ha fatto Century Media in fase di presentazione. La realtà è che gruppi come gli Hideous Divinity non hanno da invidiare niente a nessuno. Possono vantare formazioni di prim’ordine dal punto di vista tecnico-compositivo e pure a livello di produzione, aspetto nel quale per decenni siamo stati almeno due passi indietro rispetto ad altre nazioni, sono competitivi con quanto di meglio esce all’estero nel settore. ‘Unextinct’ suona esattamente come dovrebbe suonare un disco di death metal di oggi. L'album esplora l'orrore divino della vita numinosa (‘The Numinous One’) e la futile sovranità dell'umanità (‘Against The Sovereignty Of Mankind’). Con ogni traccia che funge da elogio, invita gli ascoltatori ad abbracciare il coraggio di affrontare le forze innominabili e impensabili che dettano la nostra esistenza effimera. La componente filosofica è quindi importante almeno quanto l’approccio vocale di Enrico Di Lorenzo, cresciuto molto come frontman, o il basso di Stefano Franceschini, davvero dilagante in certi brani. In ‘Atto Quarto, the Horror Paradox’ troviamo Zack Jeter degli Olkoth.