Sono sufficienti pochi minuti del successore di ‘Something That Your Eyes Won’t See’ per rendersi conto che gli svedesi hanno fatto esattamente quello che dovevano fare nell’ottica di allargare la propria fanbase e diffondere il proprio mix tra AOR e hard rock in tutto il mondo. Il nuovo lavoro è infatti più vario, elegante, curato in tutti dettagli, evoluto sia in termini di arrangiamenti che di produzione. É palese che i Remedy abbiano iniziato con grandi ambizioni ma anche incertezza nei confronti di un mercato difficile e sempre meno accomodante nei confronti di generi che hanno legato la propria fortuna ad una certa tipologia di ascolto. Il riscontro ottenuto dal debutto ha però dato loro la forza di osare di più, di spingersi laddove i meri nostalgici degli anni ‘80 ed i progetti finti che saturano la scena non riescono ad arrivare. ‘Pleasure Beats The Pain’ è un disco che cresce di ascolto in ascolto, affabile e melodico, energico e live-oriented. Il mixaggio di Erik Martensson degli Eclipse è superbo e non mette in risalto solo la calda voce di Robert Van der Zwan e la grana di chitarra di Roland Forsman ma anche la compattezza della sezione ritmica ed i disegni armonici delle tastiere. ‘Crying Heart’ e ‘Caught By Death’ sono due grandi singoli, ma personalmente adoro ‘Moon Has The Night’, rivestita di quella patina dark che solo in Scandinavia riescono a trasmettere, e ‘Poison’ siano due pezzi clamorosi. Li attendiamo con ansia in Italia.