La morte come non l’avete mai vista. Non mi sembra vero che siano passati già quatto anni dal debutto del supergruppo guidato da Jacob Bannon dei Converge eppure è così. Nel frattempo è successo di tutto e, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, una mazzata thrash-death, con tecnica sopraffina ed un’attitudine hardcore che non gusta mai, non fa certo male. Registrato da Kurt Ballou e Zach Weeks presso i mitici God City Studios di Salem, ‘Light Of Death’ segna una continuità stilistica rispetto all’esordio, ma apre ugualmente nuove porte che potranno essere attraversate in futuro. Le chitarre di Sean Martin (ex-Hatebreed) e Mike McKenzie (The Red Chord) sono vere e proprie rasoiate e la sezione ritmica, formata da Jon Rice (Uncle Acid & The Deadbeats) e Greg Weeks (The Red Chord) è roba da perderci la testa e pezzi come ‘Belief Is Obsolete’ o ‘Clear Cutter’ trasmettono una chiara idea di cosa potrebbe accadere ad un concerto degli Umbra Vitae. In scaletta troverete però anche pezzi di stampo diverso come ‘Leave Of Absence’, dove appare addirittura un violino, la gotica ‘Velvet Black’ oppure ‘Reality In Retrograde’, dipinto a forza di dissonanze ritmiche. Un ascolto viscerale infervorato da un’estetica fuori dall’ordinario. Inutile dire che annienta le release di decine e decine di formazioni giovani che cercano il loro posto nello scenario metalcore moderno. Di sicuro troverà posto nei miei ascolti estivi assieme agli ultimi lavori di Darko, Graphic Nature e earthtone9.