I Kasabian sono il classico esempio di gruppo a cui, probabilmente, è sempre mancato un centesimo per fare una lira. Parliamo di una band importante, capace di scrivere buoni dischi, ma di non riuscire a fare quel salto di qualità definitivo che l’avrebbe posta tra i grandissimi della musica dei nostri giorni. Con l’abbandono di Tom Meighan, tutta la pressione è caduta sulle massicce spalle dell’altro leader maximo, ovvero Sergio Pizzorno che con “Happenings” ha realizzato un disco di puro dancefloor. Praticamente le chitarre sono sostanzialmente sparite dalla circolazione, come dimostra, ad esempio, un brano quale “How Far You Will Go” che ha uno spartito completamente elettronico. Alla vigilia della pubblicazione lo stesso Pizzorno aveva dichiarato che questo nuovo lavoro avrebbe avuto l’attitudine tipica degli album dei Ramones. Ecco, qui di punk non c’è nulla, se non la brevità delle tracce, alcune delle quali sono difficili da spiegare. Quando si prova a fondere il rock con l’elettronica più spinta (“Coming Back To Me Good”), il risultato è abbastanza deludente. Non va meglio quando si provano a rallentare i ritmi, come accade con “Passengers”, traccia mielosa che fa il verso ai Coldplay di ultima generazione, ma che risulta priva di un ritornello convincente. Insomma, siamo dinnanzi ad un pastrocchio bello e buono che non porta da nessuna parte. “The Hell Of It” ci riporta indietro ai primi Strokes, mescolati con la musica da disco club tipicamente inglese, ma manca decisamente di mordente. Il finale risulta ancora una volta confusionario. Il trittico formato da “Italian Horror”, “Bird In A Cage” e “Algorithms” non lascia decisamente il segno. Sono pezzi anonimi e privi di quella qualità a cui i Kasabian ci avevano abituato in passato. Probabilmente “Happenings” sarà un disco che farà parlare di sé, più nel male che nel bene.