In fase di presentazione, Aaron Stainthorpe ha voluto chiarire immediatamente che questo non è un progetto qualsiasi ma un gruppo vero e proprio che andrà in tour. Dopo il triste e lungo periodo che lo ha visto lottare insieme alla figlia contro il brutto male che l’ha colpita in tenera età, il frontman dei My Dying Bride ha trovato la forza e il tempo per dedicarsi a questa collaborazione che ha molto a che vedere con i Paradise Lost, l’altra formazione storica che ha contribuito alla diffusione del gothic death metal britannico in tutto il mondo. Intanto perché le dieci tracce in questione sono state prodotte da Gregor Mackintosh, poi perché in scaletta il cantante richiama a più riprese il collega Nick Holmes. Le dissonanze maggiori si vengono a creare dall’alternanza con la voce del bassista-fondatore Tombs ma le sfumature sono molteplici. Dall’utilizzo di synth in pieno stile anni ‘80 alle parti soliste del chitarrista Jonny Hunter, dalle backing vocals di Heather Thompson (Tapping The Vein) in ‘Let It Fail’ (“The pressure, the pressure…”) a riferimenti puntuali a Sister Of Mercy, Type O Negative e perfino The 69 Eyes. ‘Wasn’t Human’, per cui Shaun Hodson ha girato un grande video in bianco e nero con Amy Mar Luca nei panni di una strega decisamente sexy, e ‘Widowmaker’, un pezzo che avrebbe potuto benissimo stare su ‘One Second’ con pesanti storpiature che sfociano quasi nel black, spiccano in un’opera prima destinata a far discutere e raccogliere consensi tra i nostalgici di un sound che ha fatto la storia.