Dopo aver vinto il Músíktilraun, celebre contest locale che in passato ha premiato Agent Fresco, Samaris e Vök, proprio in questi giorni gli islandesi rappresenteranno la loro nazione al Pan-Arctic Vision di Nuuk, Groenlandia. Il loro è un black metal crudo e atmosferico, ricco di parti ambientali tetre e stacchi vocali che sembrano provenire da una fitta boscaglia del Nord Europa. A rendere ancora più interessante la loro proposta – che si aggiunge a quella di tante formazioni che hanno reso incandescente la scena estrema di Reykjavik tra le quali ricordiamo Svartidaudi, Auðn, Misþyrming, Helfró e Altari – sono le liriche di spessore, incentrate soprattutto sul rapporto tra genere umano e natura, e le influenze gotiche, che permettono di distinguersi in un contesto internazionale. In attesa di entrare in studio e registrare il primo full lenght, non ho dubbi sul fatto che esca per un’etichetta importante, il gruppo guidato da Óðinn Rafn si è messo in gioco con queste cinque tracce, per circa diciassette minuti totali di musica, tra cui spiccano le micidiali ‘Bálför’ e ‘Relicta Santi’. Tecnicamente parlando, l’incedere percussivo di Sindri mi ha ricordato quello di Benjamín Bent Árnason degli Une Misère. Niente più vicino al titolo del mini, in lingua madre traducibile come mortale. Mi auguro di poterli ammirare dal vivo il prima possibile, magari al mitico Gaukurinn, ma in ogni caso i Vampíra sono da tenere sotto grande attenzione per il futuro perché potrebbero sul serio produrre una matrice sonora velenosa e malvagia in grado di eccitare i maggiori appassionati del genere.