Per qualche tempo è sembrato che i finlandesi viaggiassero un po’ col pilota automatico ovvero che tendessero ad accontentare il proprio pubblico in fase di composizione e registrazione, per poi dare il massimo in tour. Con il passare del tempo il loro viking metal è diventato più pulito e ha abbracciato influenze più varie, rimanendo comunque caratteristico e legato al territorio e alla cultura lappone. ‘Winter Storm’ rappresenta un passo in avanti rispetto a ‘Thalassic’, vuoi per il guitar work di Markus Toivonen che si è fatto ancora più epico e distintivo, vuoi per il mixaggio di Jens Bogren che ha saputo esaltare ogni singolo strumento e vuoi per il ruolo svolto da Pekka Montin, tastierista ma pure cantante che ha reso numerosi pezzi più colorati e interessanti. Gli appassionati di folk metal apprezzeranno un paio di episodi decisamente old-fashioned mentre le fasce di pubblico più giovani troveranno intriganti le orchestrazioni di Mikko Mustonen, ben bilanciate con una sezione ritmica in costante primo piano. Madeleine Liljestam degli Elein appare in ‘Scars In My Heart’ e nella lista dei crediti appare anche Lassi Logrén, nyckelharpa e violino, ma ciò che sorprende maggiormente è la direzione power intrapresa dalla band. Petri Lindroos ha meno spazio rispetto al passato ma non per questo risulta meno incisivo e le liriche, basate su un immaginario libro fantasy scritto dal bassista Sami Hinkka, riflettono le battaglie senza fine tra una piccola tribù del Nord che difende la propria terra dai Vigilantes, tra improbabili alleanze, rituali sciamanici e sangue che sporca l’acqua gelida del mare. ‘Long Cold Winter of Sorrow and Strife’ e ‘From Order To Chaos’ i momenti più progressive in scaletta.