Il vuoto più assoluto. Gli abissi che si spalancano. Non so come potranno procedere oltre gli americani, ma di sicuro il successore dell’eccellente ‘Oh What The Future Holds’ - ‘Savior Of None / Ashes Of All’ e ‘Lurch’ tracciano un collegamento importante - è un’altra testimonianza di disagio e ribellione nei confronti di una società nella quale regnano povertà, alienazione e schifezze di varia tipologia. Nel corso degli anni il gruppo deathcore di Will Putney, ormai da tempo produttore di livello internazionale che ha inciso in maniera determinante sull’evoluzione della scena, ha compreso cosa amano e si attendono i propri fan. ‘The Nothing That Is’ è di conseguenza una celebrazione di uno stile consacrato, un album che picchia duro dall’inizio alla fine e propone un paio di esperimenti ritmici niente male. Di sicuro non l’album più innovativo della storia, ma difficile da eguagliare in quanto a potenza ed espressività. Joe Badolato è cresciuto ulteriormente come frontman, Josean Orta è un batterista da paura (in ‘Spoils Of The Horde’ impartisce lezione come se fosse un clinic) e ‘Hostage’ e ‘Red Horizon’ sono tra i migliori pezzi di sempre di una formazione che non vive sotto i riflettori e non ha bisogno di grande pubblicità. La differenza l’ha sempre fatta dal vivo e sarà così anche stavolta. Ciò non toglie che ‘The Nothing That Is’ sia un full lenght capace di schiantare buona parte della concorrenza e una delle uscite migliori di Nuclear Blast dell’anno corrente.