Nemmeno il tempo di immaginarci quale futuro potrebbe vederci protagonisti, che Amerigo Verardi e Matteo D’Astore si rimettono in gioco con un altro lavoro in studio di spessore. Il primo è un nome tutelare della scena alternative rock italiana. Lo ricordo negli Allison Run, ma anche nei Lula, che parteciparono ad un pregevole tributo a Franco Battiato, ed in tante altre missioni più o meno fortunate. Il secondo, in arte Deje, è un giovane produttore che sa bene come sfruttare tecnologia ed elettronica in ambito compositivo. Insieme i due si sono messi in testa di realizzare dei flussi di coscienza in musica, non ponendosi alcun limite in ambito di influenze. In scaletta si passa infatti dal rock psichedelico al pop più sporco e meno radiofonico possibile (il singolo ‘Bite For freedom’), dall’avanguardia al jazz, e pezzi come ‘Somewhere We Have Landed’, ‘In The Name Of’ e ‘Dreaming Of Laurel Canyon’ (il quartiere di Hollywood Hills, che negli anni sessanta diventò l'epicentro della rivoluzione musicale che avrebbe cambiato per sempre la cultura popolare americana) segnano un’evoluzione importante rispetto a ‘What Tomorrow?’. Eppure è trascorso pochissimo. L’apice in scaletta è in ogni caso l’evocativa ‘Underworld Conspiracy’ e l’impressione è che i Maverick Persona siano in un grande periodo creativo e che le sorprese non siano finite qui. Di sicuro nel loro percorso ci sono tanti artisti stranieri, perché di musica tanto destrutturata in Italia se ne ascolta davvero poca.