Il progetto serbo The Big Deal, partorito dalla mente del chitarrista serbo Srdjan Brankovic, arriva alla sua seconda chiamata, dopo il grande successo dell’esordio (“First Bite”) che ha sorpreso un po' tutti e che ha avuto dei riscontri molto positivi soprattutto in Gran Bretagna. “Electrified”, però, non convince appieno, nonostante i numerosi ascolti a cui ci siamo sottoposti molto volentieri. I motivi sono abbastanza semplici da capire. In primo luogo il disco in questione sembra suonare tutto uguale; per capirci, i brani sono tutti molto tosti, ma paiono decisamente essere stati scritti con la carta carbone. Le voci delle due cantanti, Nevena Brankovic e Ana Nikolic, quest’ultima moglie del mastermind Srdjan, sembrano essere gemelle dell’ugola della nostra Cristina Scabbia, ma non hanno il pathos che l’artista milanese ci sa regalare in ogni sua interpretazione. Inoltre ogni canzone appare una uguale all’altra, intrisa come è di chitarre veloci e, soprattutto, tastiere che, il più delle volte, appaiono inopportune e troppo sparate “a palla”. Insomma, non vi è mai un break o un diversivo nella loro proposta, fatta di pezzi hard rock, anche stradaioli, ma su cui il suono delle tastiere è davvero invasivo ed inopportuno. In tutto questo caos, mal costruito, è difficile trovare un brano o qualcosa che emerga o sia sopra la media. Manca ispirazione, così come non ci sono canzoni che possano far la differenza, anche con un solo ritornello ben piazzato ad arte. Dunque, “Electrified” non è un lavoro che ci esalta o che farà sfracelli, anche se saremmo ben contenti di sbagliare il nostro giudizio. Esso è semplicemente un disco monotono e monocorde che, molto probabilmente, cadrà nel dimenticatoio da qui a qualche mese.