Il nostro amato caporedattore mi ha suggerito di ampliare i miei orizzonti musicali scavando negli archivi della Bird’s Robe Records, etichetta discografica australiana che negli ultimi tempi ha concesso alle stampe anche gli interessanti Klidias. Tra tante uscite post-rock sono rimasto colpito da questa band dedita ad un synth rock ispirato agli anni ‘90 ma pure a uscite recenti come ‘2020’ o ‘Cosmos’ degli Zombi. Brett Tollis ha comunque una visione del tutto particolare e nei crediti troviamo pure i batteristi Alex O’Toole (Meniscus) e Tim Carr (We Lost The Sea) ed il pianista Ron Pollard (Tangled Thoughts Of Leaving, Yomi Ship), che si è occupato del mixxagio delle cinque tracce. ‘Rain’ è un singolo niente male, ma la mia preferita è in assoluto ‘Sanctuary’, epica riflessione del mondo in cui viviamo. Tutto è statuario, solenne, imperioso finché lo si figura nei social media. Poi di colpo non se ne ricorda più nessuno e la sua importanza diventa pari a zero. Un po’ come succede con tanti dischi di oggi, che vengono consumati in poche ore sui servizi streaming e che poi ritroviamo dieci anni dopo nei mercatini dell’usato. In tal senso, pensare con la propria testa e senza farsi condizionare da un linguaggio imposto dagli altri potrebbe rappresentare un’ottima via di fuga.