I francesi compiono un altro passo in avanti nell’ottica della consacrazione internazionale allestendo una scaletta molto varia, ricca di divagazioni in ambito estremo ma anche sul versante stoner e sludge-doom. Un punto di forza sicuro rispetto al passato, al quale si aggiunge un singolo di grande presa come ‘Kowloon Lights’, uno dei pezzi più completi in carriera (anche ‘In Disguise’ non è male ma a mio parere non possiede il medesimo potenziale). Alcuni passaggi nascono come diretta conseguenza di ‘A Loner’, che aveva segnato l’ingresso nel roster di Nuclear Blast, mentre altri dimostrano che c’è stata una riflessione organica all’interno della line-up e che si è cercato di sviluppare un sound più originale possibile, alimentando curiosità attorno ad un concept che descrive l’attaccamento morboso nutrito verso la malinconia, la tristezza, se non in certi casi la disperazione. Una visione ben espressa dall’artwork a cura di Valnoir (Metastazis). ‘The Worst Is Yet To Come’ e Neglect’ segnano il distacco maggiore rispetto all’epoca di ‘Banlieue Triste’ o addirittura di ‘Hope///Dope///Rope’, il lavoro con cui li ho conosciuti oltre dieci anni fa, ma Cédric Toufouti e Mehdi Thépegnier sono autori di una grande prova e non sembrano soffrire cali di tensione o di creatività. La conferma dell’eccellente stato di salute della scena transalpina e di una realtà che non sfigura affatto nel ricco catalogo dell’etichetta che per decenni ha fatto il bello e il cattivo tempo in ambito metal.