Sono serviti cinque lunghi anni ai greci per dare un seguito consistente a ‘Impulse To Soar’, un album che mi era piaciuto tantissimo e che aveva contribuito a sdoganare una forma specifica di progressive metal, venata di influenze sludge e comunque di stampo fortemente americano, anche nel nostro continente. Fare meglio non era semplice, ma il gruppo guidato dall’ex- Tardive Dyskinesia Manthos Stergiou ci è riuscito prima di tutto innalzando il livello della produzione e poi rendendo il songwriting ancora più raffinato prendendo spunto dalla fascia più estrema dei propri ascolti, penso su tutti Gojira e Meshuggah, ma anche da generi totalmente differenti. I retaggi prog anni ‘70 contrastano in maniera aperta con l’idea alla base della copertina e le sonorità in stile Baroness e Mastodon, eppure tutto questo fa parte di una visione ben precisa e dettagliata. ‘Swirling Towards The Light’ inaugura la scaletta alimentando la tensione che poi renderà esplosive le seguenti ‘Boneshatter’ e ‘Wastelands’, scelta per anticipare l’uscita del lavoro e rappresentare i risultati raggiunti nelle ultime sessioni in studio. Il violino di Alexandra Stergiou impreziosisce ‘Lost In Phrase’ ed altri due apici assoluti si rivelano ‘Voices In The Gray’ e ‘Flowing Through Storm’, esaltata dal guitar work di Giannis Golfis e da un paio di stacchi percussivi da brividi di Stavros Rigos. Pure il basso di Loukas Giannakitsas è centrale nell’opera, a dimostrazione di come ‘Fleshy Waves Of Probability’ sia un album studiato dal primo all’ultimo istante, alla ricerca di consensi ma allo stesso tempo sperimentale e potente come nella migliore tradizione metal. In tal senso le parti vocali del leader sono letteralmente gigantesche. La speranza è di potere vedere i Calyces presto dalle nostre parti perché sono certo che dal vivo alcune soluzioni verranno ulteriormente dilatate.