Anche per un"artista come Bjork il difficile è sempre riuscire a ripetersi. All"indomani di un album difficile e sperimentale quale "Medulla" l"indimenticabile Selma di "Dancer In The Dark" torna a giocare a modo suo col pop e la musica commerciale. Non solo la sua vita è stata, è e sarà sempre un"opera d"arte ma la chiave di "Volta" con cui interpretare ogni suo movimento non è mai la stessa. Stavolta la cantante islandese si rigenera affidando la produzione di alcuni brani al genio dell"hip hop Timbaland, registandolo in posti impensabili e notoriamente lontani dal suo stile come la Giamaica e invitando al suo cospetto personaggi quali Antony ("The Dull Flame Of Desire"), Min Xiao-Fen, Toumani Diabatè e l"amico di sempre Mark Bell. I colori vivaci che risplendono negli occhi di sua figlia Isadora tratteggiano i contorni di "I See Who You Are" mentre l"emozione di riscoprirsi donna come tante altre rende ancora affascinanti esercizi di stile come "Wanderlust" e "Pneumonia". I pezzi prodotti da Timbaland suonano selvaggiamente percussivi quasi come se la signora Barney avesse fatto visita ai Transglobal Underground e volesse moltiplicarne le gesta ("Earth Intruders").Tra qualche pezzo meno significativo e un po" di mestiere che non guasta mai rimango allibito dalla grandezza di "Vertebrae By Vertebrae" vera e propria colonna sonora di uno scheletro impazzito che non riconosce più il corpo da sostenere. Una perla che sarà sufficiente ai suoi appassionati per godere di questo ennesimo colpo di scena di una figura tra le più celesti del firmamento attuale.