La grandezza di My Dying Bride sta nella straordinaria bravura creativa e musicale che ha sempre caratterizzato e valorizzato una carriera ormai prossima al ventennale e che con ‘For Lies I Sire’ raggiunge i dieci album in studio pubblicati. Hanno fondato una scuola sonora, ne hanno preso le distanze, si sono riappropriati di ciò che era loro, hanno apportato ulteriori mutamenti e ancora una volta sono, come sempre, liberi di interpretare un’identità unica senza vincoli e lasciando che sia l’arte della composizione a prevalere. Sono così nate nove canzoni esplicative sin dai titoli, perché ‘Echoes From A Hollow Soul’, ‘My Body, A Funeral’, ‘Death Triumphant’, ‘Fall With Me’ e ‘Santuario Di Sangue’ rendono alla perfezione l’idea di un contesto concettuale che si trasforma in note attraverso un percorso di redenzione dove immagini di morte, sofferenza, malinconia e scenari di decadenza sentimentale e rovina architettonica si mescolano a teorie religiose sempre più lontane dalla realtà e alla mancanza di fede, che contribuisce a dipingere un quadro di dolore romantico. Il che avviene attraverso un suono drammatico e poetico, meravigliosamente accompagnato dal ritorno del violino e da toccanti arrangiamenti atmosferici dal gusto gotico/neoclassico, che si affiancano a una lettura della materia doom mai così completa e raffinata, quasi progressiva, seppur non priva di una spettrale pesantezza. Un bellissimo sogno tinto di nero funebre, da Sentire oltre che da ascoltare.