Nel mentre scrivo queste parole lascio che il mio animo si commuova. Impossibile resistere al fascino di questo album, impossibile dire di no all"ennesima chiamata di uno dei prescelti del nostro tempo. Esattamente come separare il genio dall"uomo o il musicista dal produttore. E" facile idealizzare "Insurgentes" come un un altro passo in avanti nella costruzione di un rapporto tra musica e immagini a seguito del felice esperimento di "Deadwing". Molto meno dare corpo e suono alle immagini di Lasse Hoile quando essere si muovono su territori più vasti e inattesi mostrando l"amore del cantautore per paesi lontani dalle culture forti e radicate come il Messico, il Giappone e il tormentato Israele. In questo girovagare è stato registrato il disco e le fotografie scattate per il mondo, stavolta strettamente musicali, vivono di paesaggi distorti e incertezze, noise, drone o frammenti acustici. Il progressivo raggiungimento di un elite solista che non sia riconducibile esclusivamente a progetti sperimentali destinati a pochi eletti ha fatto si che la contaminazione di influenze abbia preso campo al momento di selezionare i pezzi per il disco in questione. Non è quindi un caso che le canzoni vicine alla band originaria siano solamente due. La prima "No Twilight Within The Courts Of The Sun" gode di un Gavin Harrison straordinario e la seconda "Significant Other" respira lo stesso affanno che il suo autore sperimentò dovendo passare dai sogni di ragazzo di "Stupid Dream" alla consapevolezza di avere scoperto un suono personale con "Lightbulb Sun". All"orizzonte troviamo Pink Floyd, Radiohead ma soprattutto King Crimson i quali spigoli sonori si trasformano in paesaggi eterei con la toccante "Harmony Korine" e "Puncture Wound". Come leggere un libro che affascina disperatamente ma allo stesso tempo aumenta di continuo di pagine senza nemmeno fare intendere una presumibile conclusione. Come la copertina di un vinile psichedelico che distribuisce i suoi colori in una giornata triste e nebulosa. L"elettronica che asserve lo shoegaze, il lirismo di "Fear Of A Blank Planet" che trova nuovi ripiani su cui depositarsi, i Portishead di "Abandoner", il regale arrangiamento di "Collecting Space". Tra le lacrime infine..