1.Caterpillar 2.Forever, Works Just In Songs 3.In Full View Of Heaven 4.Me, Kate And Other Bastards Sons Of My Generation 5.Stash 6.What A Rockin' Heavy Metal Get-up, Dude! 7.Dim Shape In A Black Hole Life 8.Gamera Part. 1:Death Worship Era 9.Gamera Part. 2:The So Called Northern Half 10.Haiku
Songs
1.Caterpillar 2.Forever, Works Just In Songs 3.In Full View Of Heaven 4.Me, Kate And Other Bastards Sons Of My Generation 5.Stash 6.What A Rockin' Heavy Metal Get-up, Dude! 7.Dim Shape In A Black Hole Life 8.Gamera Part. 1:Death Worship Era 9.Gamera Part. 2:The So Called Northern Half 10.Haiku
Immagino sia superfluo sottolineare come questo fosse l"album metal italiano più atteso dell"anno. Altrettanto trascurabile è la menzione su quanto sia difficile e complesso ripetersi o addirittura innovarsi negli stretti margini del deathcore. Eppure gli Slowmotion Apocalypse ci sono riusciti, promuovendo i propri valori e una solidità impressionante che li accompagna dal momento in cui si sono lanciati nell"avventura discografica. "Mothra" è stato registrato ai Planet Red Studios di Richmond in Virginia col produttore Andreas Magnusson che in passato ha collaborato con gruppi del calibro di The Black Dahlia Murder, Oh Sleeper, Haste The Day e Municipal Waste. Nel disco troviamo Mike Terry dei Bury Your Dead e Matthew Rudzkinski dei Killwithneydead. Rispetto a "Obsidian" il suono del gruppo si è arricchito dell"influenza sempre più prorompente dei Converge che proprio in questi giorni rilasciano "Axe To Fall". Questo ha contribuito a rendere l"assalto controllato di "Mothra" ancora più lesivo sebbene il disco si apra a riferimenti più ampi e assorba tinte diversificate. "In Full View Of Heaven" e le due parti che costituiscono "Gamera" rispondono nel migliore dei modi alle domande che in tanti si sono fatti all"uscita di "My Own Private Armageddon". Chi si è chiesto dove sarebbero potuti arrivare quei ragazzi che parevano sbucati fuori dal nulla e mettevano a fuoco e fiamme i locali di mezzo paese adesso saranno soddisfatti. Da segnalare l"ennesima performance sopra le righe di Alberto Zannier e Tommaso Corte ormai celebrati anche lontano dai confini italici e il convincente esordio di Manuel Gianella alla chitarra considerata la difficoltà di entrare in un combo dalla provata efficacia live come gli Slowmotion Apocalypse. Di fronte a dischi del genere c"è poco da obiettare e non resta che inchinarsi umilmente.