Ritengo che siano veramente poche le band in attività in grado di vantare una capacità migliore di quella degli Immolation di descrivere lo stato di decadenza in cui versa la società attuale. "Dawn Of Possession", il loro esordio discografico, risale agli albori degli anni novanta e fin dal primo momento i newyorkesi hanno mantenuto fiera e inattaccabile un"attitudine volta alla riproposizione pedissequa dei canoni che hanno distinto il death metal da tutti gli altri generi estremi. "Majesty And Decay" segna il loro ritorno con Nuclear Blast a tre anni di distanza da "Shadows In The Light" e non penso ci siano dubbi sul fatto che queste dieci canzoni siano le più potenti mai pubblicate dal gruppo. Paul Orofino e Zack Ohren (All Shall Perish, Suffocation) hanno lavorato duramente dietro la console perché pezzi come "The Purge", "Divine Code" (qualcuno ci doveva pensare prima o poi) e "A Thunderous Consequence" suonassero come martellate inferte da macchine moderne e non vetuste. Ross Dolan, Robert Vigna, Bill Taylor e Steve Shalaty disegnano un presente di "Majesty And Decay" e in nome di "A Glorious Epoch" chitarre e batteria vengono liberate a velocità insostenibili provocando danni più cerebrali che fisici.