Negli ultimi anni la vita in casa Rhapsody Of Fire non è stata semplice tra cambi di nome, cause legali contro la Magic Circle Music di Joey DiMaio e un conseguente stop forzato che avrebbe minato la tranquillità e la pazienza di chiunque. "The Frozen Tears Of Angels" è un album che punta a riproporre le caratteristiche peculiari del gruppo mostrando una compattezza maggiore rispetto al discusso "Triumph Or Agony". La differenza spesso la fa Luca Turilli immolandosi su partiture prettamente power metal e di sicuro effetto come "Sea Of Fate" e "Reign Of Terror" ma anche imponendo un approccio più “liquido” e vario che richiama le sue esperienze soliste ("The Infinite Wonders Of Creation" e "Lost Horizons" rispondono a quelle più recenti) e la passione per Cacophony e Crimson Glory. L"apporto di tastiere e sintetizzatori è invece ridondante e finisce per appesantire le composizioni facendo rimpiangere strutture più snelle e meno articolate. Impeccabile la prestazione di Fabio Lione anche se a volte finisce per autocompiacersi e rischiare il ridicolo (terribile "Danza Di Fuoco E Ghiaccio" molto meglio "Lost In Cold Dreams") nonostante Sascha Paeth tenti in tutti i modi di riprenderlo dal baratro. "Crystal Moonlight", "Raging Starfire" (indietro nel tempo al furore di "Power Of The Dragonflame") e "The Frozen Tears Of Angels" sono le tracce che i defender assorbiranno da subito e finiranno per amare senza riserve. Anche i difetti rimangono i soliti. Non solo la saga protratta alla terza serie sfiora spesso il banale ma molte parti del disco sono costruite su architetture fragili e non potranno essere trasportate in sede live con efficacia.