Una volta consideravo le liriche il cuore portante di ogni espressione musicale. Coinvolto quale ero dalla composizione poetica, se un brano non si mostrava pregno di contenuti e non era aulicamente espresso con rigoroso rispetto di metriche non lo ritenevo nemmeno degno di ascolto. Questo "Port Entropy" è evidente prova di quanto superficiale fosse il mio approccio d"allora. Pur non essendo umanamente comprensibile alcuna delle parti vocali, l"obiettivo del nipponico "Shugo Tokumaru" è stato infatti colto in pieno. Si sorride con un full lenght minimalista a metà tra l"elettronica islandese e Katamari Damacy, e passeggiando nel Paese del Sol Levante (in questo caso più che mai) si fa il pieno di ottimismo gradito per far fronte alla più uggiosa delle giornate autunnali. Veramente grazioso.