L’etichetta del digipack sembra quasi urlarlo e forse è così. Probabilmente perché in questi anni non abbiamo assistito a tante uscite metal memorabili e anche una raccolta celebrativa può esserlo. Critiche a parte non si può comunque non sottolineare come il successo della Roadrunner, partita da un piccolo ufficio in un bilocale olandese con qualche poster appeso al muro, rappresenta quanto di buono la scena heavy-thrash-death è riuscita a mettere in mostra negli ultimi due decenni. Ci voleva questa compilation. Anche solo per riportare alla luce quel senso di comunione e fratellanza tra artisti che dopo il passaggio major si era sinceramente perso in casa Roadrunner. Poco importa se non tutti i pezzi di questa raccolta spaccano. Alcune di esse lo fanno e non credo semplicemente a causa della miriade di musicisti coinvolti in questa operazione. ‘The Dagger’ o ‘The End’ sono infatti canzoni che farebbero sfaceli in qualunque album di qualunque gruppo sperduto nel mondo. Venticinque anni che per un certo verso sono passati in un lampo e per un altro hanno permesso a tutti noi di costruirci un background significativo di un’evoluzione sonora pari a quella elettronica e che non ha sofferto il susseguirsi dei trend. Mikael Akerfeldt, Max Cavalera, Dino Cazares, Robb Flynn, Rhys Fulber, Matt Heafy, Joey Jordison, Andreas Kisser, Daryl Palumbo, Pete Steele, Corey Taylor. Non vorrete mica tutti nomi..