1 Sweet Leaf Godsmack (4:55) 2 Hole in the Sky Machine Head (3:31) 3 Behind the Wall of Sleep Static X (3:31) 4 Never Say Die Megadeth (3:46) 5 Snowblind System Of A Down (4:40) 6 Electric Funeral Pantera (5:54) 7 N.I.B. (5:57) 8 Hand of Doom Slayer [1] (5:15) 9 Under the Sun Soulfly (5:45) 10 Sabbra Cadabra Hed Pe (8:04) 11 Into the Void Monster Magnet (3:12) 12 Iron Man (This Means War) Busta Rhymes(4:36)
Songs
1 Sweet Leaf Godsmack (4:55) 2 Hole in the Sky Machine Head (3:31) 3 Behind the Wall of Sleep Static X (3:31) 4 Never Say Die Megadeth (3:46) 5 Snowblind System Of A Down (4:40) 6 Electric Funeral Pantera (5:54) 7 N.I.B. (5:57) 8 Hand of Doom Slayer [1] (5:15) 9 Under the Sun Soulfly (5:45) 10 Sabbra Cadabra Hed Pe (8:04) 11 Into the Void Monster Magnet (3:12) 12 Iron Man (This Means War) Busta Rhymes(4:36)
Sono passati sei anni, molte cose sono cambiate ma nonostante tutto quello che è successo c’è un sottilissimo filo dorato che unisce questo secondo volume di ‘Nativity In Black’ col primo. Non solo per l’artwork che è identico ma per il feeling e l’emozione che si prova anche stavolta ascoltando il metal dell’anno 2000 che si inchina alla potenza dei Black Sabbath. Anzi probabilmente il livello delle cover è anche maggiore (solo i Primus con Ozzy danno una lettura di ‘N.I.B.’ non certo esaltante e nella norma) !! Inizio da paura con i Godsmack e una acidissima versione di ‘Sweet Leaf’ che sfocia nelle fragorose note di ‘Hole In The Sky’ dove il vocione di Robb Flynn lascia intendere che anche una band modernista come i Machine Head non può davvero fare a meno di collocare la loro musica al primo posto tra le sue influenze. L’America del new metal è la prima a sottomettersi al verbo dell’incedere sabbatico e le versioni di ‘Behind The Walls Of Sleep’ e ‘Sabbra Cadabra’ da parte di Static X e Hed(Pe) stanno a dimostrarlo. Un caso a parte quello dei fenomenali System Of A Down (aspettate un altro pochino e vedrete...) che danno una loro originalissima lettura a ‘Snowblind’ che vale da sola il prezzo della raccolta. A distanza di sei anni tornano i Megadeth che, rimbambolimento a parte, con ‘Never Say Die’ colgono l’occasione per far vedere a tutti che sanno ancora spaccare. Anche Max Cavalera non ha voluto mancare nemmeno stavolta e se i Sepultura avevano dato una fantastica lettura di ‘Symptom Of The Universe’, i suoi Soulfly (che stanno per pubblicare il secondo atteso lavoro) si cimentano in ‘Under The Sun’. Altri grandissimi eredi del sabba infernale sono i Pantera (ricordo un Anselmo completamente estasiato al cospetto di Ozzy al Gods di 2 anni fa !!) che non avevano partecipato alla prima parte di ‘Nativity In Black’ ma che sul loro fortunatissimo ‘Far Beyond Driven’ avevano pubblicato la splendida ‘Planet Caravan’. Per Dimebag Darrell è uno sballo ridare luce alle note di ‘Electric Funeral’. Non ci sono parole per descrivere le sensazioni e i brividi che percorrono le braccia ascoltando i Monster Magnet aumentare vertiginosamente il sapore acido di ‘Into The Void’. Dave Wyndorf numero uno !! Con una semplicità sorprendente la chitarra di Kerry King e la voce di Tom Araya illuminano l’altra perla della raccolta ‘Hand Of Doom’ e il marchio Slayer si dimostra per la millesima volta inconfondibile. Tocca al rapper Busta Rhymes mettere la parola fine al tutto duettando con Ozzy in ‘Iron Man’ che era presente col nome ‘This means war’ sul convincente ‘Extinction Level Event’.