Devo ammettere di essere rimasto sorpreso dal riscontro ottenuto in patria da 'The Alliance Of The Kings' perché raramente il nostro paese supporta le proprie band con tanto entusiasmo. Alcuni colleghi hanno sottolineato la consistenza del disco ma personalmente ritengo che fosse anche il momento giusto per esaltare la valenza epica di una piccola frazione di un mercato solitamente dominato dalla mediocrità. Ancora più difficile quindi rispondere a tale sforzo. In tale ottica 'Soulless Child' appare una svolta matura dell'esordio, con arrangiamenti ancora più curati e un utilizzo intelligente delle qualità vocali di Sara Squadrani. Un ritorno importante quello dei romagnoli chiamati a sostenere un impianto lirico considerevole con bordate speed e corredi progressive di spessore. 'To The Master Of Darkness' e 'Gates Of Noland' sono quanto di meglio il movimento symphonic power è in grado di produrre al momento e la splendida copertina di Felipe Machado Franco, esattamente come l'intermezzo 'Dinanzi Al Flagello', accompagna un ascolto che cresce gradualmente raggiungendo il suo apice in coincidenza dei quattordici minuti della conclusiva 'Hope Dies Last'. 'Valiant Ride' e 'Through My Veins' svelano un potenziale ancora da esplorare del tutto mentre la title track abbatte qualunque resistenza in nome del true metal più viscerale. In definitiva un secondo full lenght estremamente convincente che conferma le doti compositive di sei musicisti attesi alla consacrazione internazionale.