Il ferale grugnito di Johnny Hedlund si eleva nell'aere esattamente come la prima volta che gli appassionati di death metal lo hanno percepito. L'eco è il medesimo, solenne e devastante. La tecnica non ne parliamo, glaciale e pura come ai tempi migliori. E' impossibile condannare un gruppo che sebbene non muti di una virgola da anni la propria proposta riesce sempre a provocare dolore. Alcuni di voi troveranno questo undicesimo lavoro in studio migliore di 'As Yggdrasil Trembles', altri lo riterranno un gradino inferiore ma la realtà è che le differenze a livello di songwriting, suoni e attitudine sono minime. Il libro che il frontman sta scrivendo sulla fine del mondo si rivela attraverso testi apocalittici che guardano al Valallah e al potere profetico dei Maya esattamente come al disastro ecologico della società moderna. La produzione di Fredrik Folkare è quello che serve ai guerrieri del Ragnarök, niente più e niente meno, e l'ex Nihilist rende grandiose la title track, 'White Christ' e 'Rise Of The Maya Warriors' con le sue grida abissali. Il riffing viscido di 'Fimbulwinter' e 'Gathering The Battalions' esalterà i fans di vecchia data ma l'apice dell'album è proprio agli sgoccioli. 'The Great Battle Of Odalheim', lo scontro finale. Moriremo tutti..