Abbastanza deludente l'opera orchestrale che da tempo aspettavamo dagli inglesi capaci di tornare ai livelli di un tempo con 'Darkly, Darkly, Venus Aversa'. Il problema principale di 'Midnight In Labyrinth' è l'inconcludenza di alcuni arrangiamenti di Mark Newby-Robson che nel secondo cd ? totalmente strumentale ? emerge in maniera lampante. Il demo della versione di 'Summer Dying Fast', apparso su 'Evermore Darkly', aveva fatto sperare in un disco coraggioso e in linea con quanto sperimentato recentemente dai My Dying Bride mentre il risultato è piuttosto scontato con passaggi epici alternati a sezioni noiose che fanno precipitare l'indice di attenzione. La scelta di affidarsi a composizioni estratte dalle prime quattro release e il ritorno di Sarah Jezebel Deva nelle file del gruppo premiano l'amore dei fans e conferiscono un segnale di compattezza. 'The Forest Whispers My Name' e 'Funeral In Carpathia' possiedono un fascino aulico, inattaccabile, che non potrà essere scalfito in nessun caso e anche nello specifico denotano una magnificenza espressiva fuori dal comune. Splendida anche la rilettura di 'Cruelty Brought Thee Orchids' mentre 'Goetia (Invoking The Unclean)' svela a mio parere un mixaggio troppo affrettato. Tra alti e bassi arriviamo comunque alla fine ma era lecito attendersi molto di più.