01. Thoughts Like Hammers
02. Death In The Eyes Of Dawn
03. Veilburner
04. Roots Of The Mountain
05. Riitiir
06. Materal
07. Storm Of Memories
08. Forsaken
Songs
01. Thoughts Like Hammers
02. Death In The Eyes Of Dawn
03. Veilburner
04. Roots Of The Mountain
05. Riitiir
06. Materal
07. Storm Of Memories
08. Forsaken
Più passa il tempo e più i norvegesi si ergono a protagonisti assoluti di una scena post metal che li ha visti passare dalla matrice viking a maestose scenografie nelle quali psichedelia e scuola progressive anni settanta svolgono un ruolo determinante. Per ironia del destino nel mentre questo avviene la sfera più intransigente di appassionati di musica estrema sta concedendo alla band i giusti meriti concernenti quanto prodotto agli esordi. Senza dimenticare quell'era vulcanica preferiamo concentrarci sul percorso che ha spinto gli Enslaved ad irrobustire le soluzioni di 'Vertebrae' e travalicare ancora una volta i confini stabiliti con 'Axioma Ethica Odini'. 'Thoughts Like Hammers' riparte dai risultati raggiunti con la release precedente avvolgendo immediatamente l'ascoltatore. Lo splendore decadente di 'Veilburner' e 'Roots Of The Mountain' rappresenta l'apice di una modalità di pensiero, di un approccio sempre più focalizzato ad una materia per molti sconosciuta e di un meraviglioso intrecciarsi tra l'asprezza vocale di Grutle Kjellson e le armonie ataviche evocate da Herbrand Larsen. Conta poco la frequenza con cui pungolano la nostra pelle, ancora meno la rete o l'adattarsi alle innovazioni della tecnologia. Trattasi di un masterpiece assoluto. Il mixaggio di Jens Bogren esalta ogni singolo strumento lasciando apprezzare l'intesa tra Ivar Bjørnson e Arve 'Ice Dale' Isdal esattamente come la spettacolare performance alla batteria di Cato Bekkevold che ricordiamo nei Red Harvest. La violenza psicologica espletata da 'Death In The Eyes Of Dawn' è ancora più efficace di quella fisica e la title track incarna totalmente la natura selvaggia descritta dallo splendido artwork di Truls Espdal. Cerchi che si chiudono a ripetizione, viziose avventure atmosferiche che evidenziano una tecnica strumentale impressionante ed un feeling trasceso da epoche immortali. Nelle note di pianoforte di 'Forsaken' qualcuno riconoscerà la malinconia di Emerson Lake & Palmer e Gentle Giant eppure voglio credere con tutta la forza che mi resta che 'RIITIIR' si dimostri in grado di convincere anche i metalhead più rigidi nelle loro posizioni. Trattasi di intelligenza e classe pura.