Sicuramente un disco di difficile lettura questo 'Opposites' con cui gli scozzesi si riaffacciano sul mercato ad oltre tre anni di distanza dall'acclamato 'Only Revolutions'. Non mi stupisco che le registrazioni dell'album abbiano quasi distrutto i rapporti tra i vari membri considerate le complicazioni incontrate per pubblicare le due parti separate pensate inizialmente, i problemi di alcolismo di Ben Johnston e le sostanziali differenze col passato in termini di songwriting. Anche qualora entraste in possesso dell'edizione singola sarebbe comunque un peccato perdere questo gruppo che ha saputo rileggere la lezione della scena alternative statunitense in un contesto rigido e troppo spesso condizionato dalle classifiche come quello britannico. La splendida copertina di Storm Thorgerson ricorda un'opera di arte contemporanea e sottolinea l'apertura di Simon Neil verso nuovi territori musicali e l'utilizzo di una strumentazione più ampia. 'Different People' e 'Black Chandelier' rappresentano un'introduzione piuttosto classica per 'The Sand At The Core Of Our Bones' con la spiccata attitudine live del terzetto che si è sempre distinto per tour di spessore notevole. 'Sounds Like Balloons' è la prima chiave di volta perché da quel momento la prima parte inizia a divagare tra stacchi atmosferici e melodie memorabili. Alla costruzione degli arrangiamenti ha contribuito tra l'altro Mike Vennart degli Oceansize mentre Ben Bridwell ha reso più epiche la title track e 'Accident Without Emergency'. 'Biblical' è il manifesto perfetto di un crescendo elettrico che con 'The Land at the End of Our Toes' diventa sempre più sperimentale e imprevedibile. Per non perdere il filo del discorso e mantenere fresca la proposta nonostante il tempo trascorso è stato chiamato un produttore del calibro di GGGarth Richardson ed il risultato non vi deluderà affatto.