Prima ancora di analizzare i brani di questa colonna sonora vi consiglio di ascoltare la presentazione che Quentin Tarantino ha fatto ad un paio di emittenti radio statunitensi. Solo in questo modo capirete la passione e la cultura che si nascondono nella mente di uno dei personaggi di riferimento della nostra generazione. Come accaduto in passato il successo di 'Django Unchained' non è legato soltanto alla sceneggiatura, ai dialoghi ed alle performance degli attori ma anche alle musiche sapientemente selezionate per accompagnare le deliranti scene. Anche stavolta il regista di 'Kill Bill' e 'Bastardi Senza Gloria' si è superato collocando classici come Ennio Morricone e Louis Bacalov al fianco di artisti hip hop o retaggi degli anni sessanta quando gli spaghetti western cominciarono a diffondersi in Italia e Germania. L'unica pecca di colui che può essere definito come il più grande compositore di colonne sonore di tutti i tempi è quella di avere scelto un pezzo piuttosto anonimo con Elisa per inaugurare la collaborazione con Quentin Tarantino. Sinceramente 'Ancora Qui' scompare al cospetto di 'Rito Finale', 'Norme Con Ironie' e 'Dopo La Congiura', non inseriti nella soundtrack ma presenti nel film, e ancora di 'Sister Sara's Theme' e 'Un Monumento'. Detto questo l'ascolto è un crescendo totale di emozioni che vi riporterà alla mente le dissacranti immagini che vedono protagonisti di volta in volta Jamie Foxx, Leonardo DiCaprio ed il due volte premio Oscar Christoph Waltz. John Legend e RZA sono abituati a prestare servizio per certe operazioni ma il loro contributo, unito a quello del mastodontico Rick Ross di '100 Black Coffins', è essenziale nel trasportare le tematiche della schiavitù e del razzismo ai nostri giorni. Imperdibile anche la citazione di 'Lo Chiamavano Trinità'.