I romagnoli si confermano su eccellenti livelli con un nuovo album che conferma quanto di buono espresso con 'Soulless Child'. La differenza tra alcuni passaggi ed il resto del materiale è sostanziale ma la caratura media dei brani è più che sufficiente e la produzione migliore rispetto al passato. Nella parte centrale risplende 'In My Arms' che possiamo facilmente indicare come l'apice in carriera della band per la potenza della struttura melodica e la maturità del songwriting. Superba anche la title track che in oltre sedici minuti di durata svela tutti quelli che sono gli elementi caratteristici di un suono che affonda le proprie radici nell'epic metal anni ottanta e nel movimento sinfonico che si è sviluppato ad inizio dello scorso decennio. Le qualità indiscutibili di Sara Squadrani vengono esaltate da arrangiamenti ancora più pomposi e curati con attenzione maniacale per le sfumature chitarristiche. Interessante come è stata collocata 'Spiriti Liberi', visto che stiamo parlando della conclusione della prima parte di una saga, mentre delude abbastanza il duetto con Fabio Lione in 'The Last Resort'.