1. Introduction 2. Interlude 1 (Patton) 3. Part One 4. Interlude 2 (Douglas/Zorn) 5. Part Two 6. Interlude 3 (Laswell) 7. Postlude 8. Coda
Songs
1. Introduction 2. Interlude 1 (Patton) 3. Part One 4. Interlude 2 (Douglas/Zorn) 5. Part Two 6. Interlude 3 (Laswell) 7. Postlude 8. Coda
A dispetto del luogo comune -di questi tempi sempre più veritiero- che non ci sono spazi per la musica dal vivo, soprattutto per un certo tipo di musica, solo un musicista ‘indipendente’ e ‘controcorrente’ come John Zorn poteva pensare di lanciare un"altra ‘sfida’ aprendo un nuovo locale : si chiama’ The Stone’ ed è un luogo dove ogni musicista dovrebbe sognare di poter suonare. Situato all’angolo tra la 2a strada e la Avenue C nel Lower East Side newyorkese è uno spazio (come del resto era stato il Tonic) dedicato alla musica creativa in cui la direzione artistica del locale viene affidata ad un musicista diverso mese per mese a documentare e garantire massima varietà e diversità di percorsi e ambiti musicali o l’emergere di nuovi e sconosciuti ‘talenti’.E seguendo l’incipit zorniano secondo cui “quello che veramente serve a questa musica è uno spazio, un luogo che esiste solo per la musica e per nient’altro” Zorn ha seguito criteri assolutamente anticonvenzionali e del tutto particolari: niente bar, nessuna merce in vendita, e soprattutto l’intero incasso che va ai musiciti la cui unica preoccupazione, quindi, sarà quella di ‘fare musica’ senza dover pensare alla necessità di attrarre un pubblico vasto etc… Zorn , che ha già una lista di curatori/musicisti che dovrebbe coprire i primi due anni di attività del locale (due set ogni sera dal martedì alla domenica!!!), si pone ancora una volta come catalizzatore di una ‘scena’ e di quello che è comunque un progetto ‘comunitario’ nato dal desiderio di una ‘comunita di musicisti’ di renderlo possibile. A sostegno del locale anche i lavori discografici a tiratura limitata che documentano il percorso di alcune stelle della scena downtown come la prima release che la Tzadik mette in vendita solo sul proprio sito o attraverso il leggendario negozio di dischi Downtown Music Gallery che rinuncerà al proprio margine di guadagno: ‘The Stone: Issue One’ che vede protagonisti nomi di spicco come Rob Burger, Dave Douglas, Bill Laswell, Mike Patton Ben Perosky ‘vecchi compagni di viaggio di Zorn che hanno deciso di accompagnarlo in questa ennesima straordinaria avventura in cui, al di là di consueti ‘marchi di fabbrica’ –dal sassofonismo vibrante , lancinante di Zorn, l’istrionismo e la visceralità devastante di Patton, i languori Laswelliani- ciò che conta realmente è l’aver realizzato “una piccola utopia- questa è la musica: si tratta di una espressione in cui gli artisti credono; viene dal cuore ed è libera da gran parte dell’ipocrisia e avidità che troppo spesso troviano in giro…era come se ci fosse bisogno che qualcosa di radicale succedesse….così dice Zorn…così quello che tutti noi ci auguriamo.