Correva l'anno 1995 quando gli irlandesi registrarono il primo demo intitolato 'When The Demons Come'. La loro proposta allora era un ibrido tra black e death con uno sguardo nemmeno troppo celato alla scena norvegese. Con il passare degli anni le influenze grindcore sono cresciute a dismisura ed il ?pessimismo? cosmico della band si è confrontato con movimenti di altro tipo, anche più legati al versante statunitense. Ad un lustro esatto da 'Cascade' la Candlelight concede alle stampe un ritorno sontuoso, sporco, malvagio e quasi riluttante. In termini di produzione infatti è quasi come se la band si fosse rinchiusa nel proprio studio ed avesse fatto di tutto per mantenere, una volta al di fuori da quelle mura, quel senso di isolamento e frustrazione che si era portata dalle sfortune precedenti. Dallo swedish death viene preso in prestito il suono delle chitarre mentre Johnny King non fa niente per nascondere il suo passato dietro le pelli degli Altar Of Plagues. Il resto è un mix urticante tra crust, hardcore, ?The Last Supper?, ?Nadir? e quella sorta di sottomissione nei confronti dell?oscurità che siamo abituati a percepire a velocità opposte ed invece in tale contesto decolla in maniera sorprendente. Steve Maher e Bill Whelan possono dirsi soddisfatti perché il loro quinto full lenght rappresenta un ottimo biglietto da visita per chi ancora non li conoscesse ed allo stesso tempo segna un?ulteriore evoluzione del progetto ponendosi sui gradi qualitativi più elevati della scena.