E' un momento particolare per l'elettronica. Da una parte la techno minimale e il dubstep vengono idolatrati dai critici e riempono i dancefloor di mezzo mondo. Dall'altra si avverte un ritorno alle sonorità trip hop che marcarono in maniera indelebile gli anni novanta. Tra i maggiori esponenti di questo genere trovano posto sicuramente Andy Barlow e Lou Rhodes che hanno saputo mantenere elevato la standard delle loro uscite resistendo alle pressioni discografiche ed alla frenesia imposta dalla società moderna. 'Backspace Unwind' ce li riconsegna in tutta la loro magia, tra influenze drum n' bass, downtempo e jazz ma soprattutto con atmosfere nebulose che tendono a coprire il regime neoclassico del precedente '5'. Ci troviamo al cospetto di dodici tracce il cui anacronismo appare subito vincente grazie agli arrangiamenti di Tom Trapp, collaboratore di Todd Rundgren e Steve Vai, e una produzione calda e avvolgente. Il riff di 'In Binary' trasmette brividi live poi viene il momento di 'We Fall In Love' ed ogni tentativo di resistenza alla voce della musa si rivela inutile. La title track, 'What Makes Us Human' e 'Only Our Skin' altri passaggi che rimbalzeranno nella vostra testa per giorni confermando il fascino estremo e la sensualità degli inglesi.