Di una bellezza al limite dell'imbarazzante e con una voce in grado di catturare una tipologia di pubblico alternativo oltre agli appassionati di elettronica e pop. Si chiama Laura, è di origini italiane e fino adesso aveva lavorato come modella, militato nei Deine Jugend e pubblicato un ep solista. Adesso che il suo debutto su lunga distanza è realtà posso affermare orgoglioso di essere stato il primo a parlare delle sue qualità nel nostro paese e non per vantarmi o chissà cosa ma perché 'Sirens' è la dimostrazione che la scena underground è sul serio stracolma di artisti interessanti che, pure in tempi di internet e social network, avrebbero bisogno di più attenzione di quella che viene loro concessa normalmente. Laura Carbone possiede tutto quello che serve per avere successo. Probabilmente non farò a tempo a scriverlo e sarà già in alto nelle classifiche tedesche ma questo non è dovuto solo alla straordinaria immediatezza delle sue linee melodiche o alle sue fattezze. 'Sirens' mostra infatti un progresso enorme in termini di songwriting e produzione con 'Swans', 'Drive By Shooting' e 'Heavy Heavy' che spiccano in una scaletta impeccabile. Nel corso dell'ascolto vi imbatterete in tutte le forme di pop conosciute dalla critica ed allo stesso tempo in scenari diversi. Dai cerimoniali religiosi alle calde pareti di un appartamento arredato in stile anni cinquanta, dai dancefloor di tendenza alle visioni gotiche di una ragazza che si apre al mondo. 'Silky Road' è un modo come un altro di conoscere la sua voce, 'Innocent' la sensazione che si prova quando si osservano per la prima volta i dettagli dei suoi ritratti digitali, 'Stigmatized' e 'Exes' il legame con l'ep che l'ha fatta conoscere fuori dai propri confini. La seconda parte dell'album è leggermente più sperimentale con 'Blue Birds Fly' e 'Plan Of Attack' che scherzano con Cardigans e le cupe ambientazioni di 'Velluto Blu'. Un'altra gemma assoluta è 'Late Night Conversations' che potrebbe essere un pezzo dei Portishead di 'Dummy' riproposto al giorno d'oggi. Chiude 'Favorite Disease' e il desiderio di ripartire da capo è quasi insopprimibile. Non importa che siate legati a generi più rigorosi, non importa nemmeno che la vostra testa fino a questo momento non abbia accettato niente che potesse anche solamente avvicinarsi a quanto che ci viene propinato dalle emittenti televisive. 'Sirens' è qualcosa di differente. Estremamente differente ma soprattutto capace di dare dipendenza. Se poi Laura Carbone in futuro frequenterà più i palchi delle sfilate di moda che quelli dei festival è un problema secondario. Quello che abbiamo adesso tra le mani è un album meraviglioso e farne a meno sarà impossibile.