Sulla scia di Caliban, Miss May I e Bring Me The Horizon i tedeschi cercano di ritagliarsi un posto importante in un movimento in drastico calo come quello metalcore e non sembrano possedere ancora le qualità per distinguersi ed emergere realmente dalla propria nazione. Sinceramente 'The Lucid Dreamer' mi era piaciuto di piu' perché anche in quell'album le escursioni elettroniche erano povere di idee ed il cantato non brillava troppo ma almeno le ritmiche erano serrate e la scaletta trasmetteva un'attitudine live marcata. Stavolta invece gli Annisokay hanno tentato di allargare la propria fanbase puntando sul lato melodico della loro proposta, viste le indubbie qualità di Christophe Wieczorek, senza fare i conti però con una personalità compositiva pari a zero. La band recita infatti un copione prestabilito e titoli come 'Carry Me Away', 'Panic Attack' e 'Wolves In The Walls' sembrano uscite da un best of post hardcore compilato da qualche ragazzino. Inoltre l'altro singer Dave Grunewald non è progredito come avrebbe dovuto e spesso rappresenta un freno quando la batteria comincia a macinare. L'unico pezzo che spicca davvero è 'Snowblind' e da quelle derive commerciali si dovrà ripartire per portare a casa risultati sonanti.