Proseguono i cambi di line-up ma la determinazione di Dani Filth non viene intaccata minimamente. Al contrario il controverso frontman sta vivendo un periodo di notevole prolificità compositiva a favore di coloro che ancora credono nell’esclusivo modo di intendere il black metal degli inglesi. E’ chiaro che avere trovato due ottimi chitarristi come Richard Shaw (Emperor Chung e NG26) e Marek “Ashok” Šmerda (Root e Inner Fear) aiuta e non poco perché l’assenza di Paul Allender non si percepisce affatto. In ogni caso il bellissimo artwork realizzato da Arthur Berzinsh esplica alla perfezione tutti i simboli, i significati ed i dettagli racchiusi in questo lavoro. Il successore di ‘The Manticore And Other Horrors’ è un album ispirato al famigerato trattato sulla persecuzione delle streghe di Heinrich Krame. Evidentemente il lasso di tempo che separa il cosiddetto Goetic Justice, pubblicato nel 1486, ed i giorni di oggi non è così importante un po’ per l’attualità dell’argomento ed un po’ per il suo fascino orrorifico che bene si adatta a questa tipologia di musica. ‘Hammer Of The Witches’ può essere idealmente collocabile tra 'Cruelty And The Beast' e ‘Midian’ e non si avverte per niente l’influenza, quest’aspetto senza dubbio incuriosisce, dei progetti paralleli che hanno di recente alimentato l’interesse degli appassionati dei Cradle Of Filth. ‘Yours Immortally…’ è un omaggio agli anni novanta ma anche la title track è palesemente old fashioned, ‘Deflowering The Maidenhead, Displeasuring The Goddess’ e ‘Right Wing Of The Garden Triptych’ sono due singoli esemplari per quanto si possa parlare di singoli quando si tratta questa materia. L’apice viene comunque raggiunto in coincidenza della strepitosa ‘Blackest Magick In Practice’ con cui il frontman ribadisce come certa tipologia di proposta, magari con un potere cinematico più consistente, possa ancora raccogliere sorprendenti consensi.